IL 20 Marzo si è svolta a Rimini la maratona, dove ho partecipato e dove ho fatto il mio record personale: 42 km chiusi in 3h 56 minuti 35”.
Dovevo fare un lungo come allenamento per prepararmi al
Passatore, mio prossimo obiettivo, per questo mi sono iscritto a questa maratona.
Alle 9.00 aprono le griglie; sono nella 3° griglia. Di solito prima di una gara mi aumenta l’ansia e
la paura di non farcela, ma oggi sono sereno, tranquillo non ho in mente nessun obiettivo, è un
allenamento per me.
Dopo l’inno di Mameli (9.30), c’è stato lo sparo della pistola che dà il via alla competizione.
Subito mi metto dietro ai pacers delle 4 ore (già arrivare entro le 4 ore è un ottimo risultato).
Dopo i primi 5 km per il centro di Rimini, sento che le gambe sono sciolte, leggere, d’altronde è
da Novembre che mi sto allenando con 3 allenamenti settimanali più il lungo domenicale (ultimo
di 50 KM percorsi 15 giorni fa). Davanti a me c’è un gruppo di podisti di Roma che hanno lo
stesso passo a 5,35 al Km. Bene decido di aggregarmi a loro. Si continua a percorrere kilometri
passando per Rimini, Bellariva, Rivazzurra,Riccione (bellissima cittadina, mi è piaciuta molto),
Misano, Portoverde (Cattolica).
Sono al 22 Km”giro di boa”, ancora non sento nessuna fatica. Si torna indietro sempre per il
lungomare ed ho il vento contrario. Nessun problema. Mi alleno a Chioggia (con i compagni
Cavalli Marini), città marina che è sempre presente la bora e quando si corre per arrivare al faro
(meraviglioso punto panoramico), oltre al vento abbiamo le onde che ti bagnano e ti rendono la
corsa pesante.
Testa, gambe e cuore non mollano, mantengo sempre lo stesso ritmo, d’altronde io corro a
sensazione (non guardo quasi mai l’orologio).
Al 38 km in prossimità del Porto di Rimini, intravedo l’arco di Augusto, mi vorrei rilassare perché
mancano 4 km all’arrivo, invece mantengo sempre la giusta concentrazione e continuo passo
dopo passo ad avvicinarmi al traguardo.
L’ultimo km passando in mezzo a due ali di folla che mi incitano:”dai vecio, manca poco, non
mollare. Ti ze forte.” Udite queste parole mi caricano di energia e percorro l’ultimo km come
uno sprinter a 4,30.
Arrivo sotto l’Arco di Augusto, guardo il display che segna 3.57.45 bisogna togliere il tempo non
effettivo di gara.
Mi rendo consapevole solo in questo momento di quello che ho fatto….doveva essere un
semplice allenamento domenicale ed invece è arrivato il….”PERSONAL BEST”.