14 gennaio 2022. “Romina,facciamo l’ Ultrabericus?”. Mi è stata lanciata così la proposta dal mio “compagno di trail” per questa nuova avventura…
“Certo!”, rispondo poco consapevole.
Prendo la carta di credito,accedo al sito,pago e sbadabammm,mi rendo subito consapevole dell’autogoal fatto.
65km,2500m D+: un massacro per me! Ok,mi piace fare trail,ho partecipato a qualcuno di competitivo e non,ma di questa portata mai.
E vabbè,ci provo… ” Romina,devi cambiare mentalità,i tuoi allenamenti non vanno bene. Tu cammini,ora si inizia a correre”. Premetto che a me correre non piace,io sono una che mescola corsa e camminata un po’ a caso,senza tempi,ritmi, velocità. Una cazzona delle tabelle… Ma ora non si può. Inizio a correre,sempre più veloce, ad allenarmi sui Berici per capire come gestire dislivelli e lunghezze,sugli Euganei per allenare la resistenza,in montagna per “fare gamba”. Mi diverto,quello sì. Le uscite del sabato o della domenica diventano un appuntamento immancabile e mi danno soddisfazione. Che bello correre con dislivello,che belli i panorami collinari e montani. Ma il 19/03 si avvicina e la data che fino all’anno scorso segnava solo la festa del papà, quest’anno diventa la lancetta di un orologio che mi sovrasta. Ansia e paura dominano il mio stato d’animo. “No,non posso viverla così”,mi ripeto. Ma la ragione è una cosa, l’emotività è ben altra…
Bene,arriva la settimana della gara e la mia psiche viene messa a dura prova. Ma ormai ci siamo. Sabato parto col BaffoRun,vecchio lupo di mare dei trail e andiamo a Vicenza. Solito pregara,foto con Thomas (giovane promessa dei Cavalli Marini),urla per sfogare la grinta. Un altro mio amico che partecipa mi fa: “Tu la gara la porti a casa. Magari in ginocchio,coi gomiti,ma la finisci!!!”. Mi caricano a molla ste parole. Ore 10: via,si parte!
Penso a correre col mio ritmo,non voglio farmi prendere dall’entusiasmo o dall’ angoscia di star dietro agli altri partecipanti. Non ho un obiettivo circa il tempo massimo che ci voglio mettere. Il mio obiettivo è arrivare viva…Devo seguire le gambe, il respiro, divertirmi. Mi fermo al primo cancello per mangiare qualcosina e bere ricordando le parole di un altro mio amico partecipante: ” Magna Romina e beva. Va che i crampi ze n attimo”. Passo al secondo cancello. Lago di Fimon,ampie vedute,panorami da lasciare cuore e bocca aperti. Arrivo al 33mo km,poi al 44mo e sto bene!!! Mi meraviglia questo mio stato. Certo,non sono un fiore, ma sento le gambe che girano e la testa è ok. Il meteo è propizio,parlo con un sacco di gente. Che bello il trail,ti permette di conoscere gente ad ogni passo. È uno sport sociale… Mangio di tutto,persino il famoso brodo di pollo. La maratone l’ ho fatta,penso. Ora manca poco più di una mezza. Al 55mo km,dopo una salitona spaccagambe l’ultimo ristoro non c’è. Noooooooo!!! E allora avanti. Chiedo a tutti i volontari che incontro dove cacchio fosse. Eccolo,al 58mo. Mangio e bevo perché ormai manca poco,ma sti km li devo macinare. Penso che se mai parteciperò ad un altro Bericus,troverei ad ogni ristoro la mia foto con sotto scritto “wanted” da tanto ho mangiato… Intanto fa buio e questa era la variabile che più temevo. Poco prima avevo indossato la pila ed avevo seguito il consiglio della vecchia volpe Leo che una settimana prima mi aveva consigliato di non stare da sola proprio per ovviare al problema del buio. Vado,spingo,si vede Vicenza. Pochi metri,la gente incita:”Brava,vai che sei arrivata!”. Mi emoziono e quasi piango,ma devo correre all’arrivo. L’arrivo. Alzo le braccia e grido. Urlano il mio numero di pettorale e il mio nome. “Ca..o,ce l’ho fatta!!!”. Che ben,che soddisfazione per me e per tutti quelli che han creduto in me. E anche per quelli che non ci credevano. Che esperienza,un viaggio praticamente. Un Ultraviaggio che assapori fisicamente e psicologicamente.
Ora solo birra, doccia e crema di fagioli e patate prima del ritorno da condividere col Baffo.
Alla prossima avventura, perché si guarda sempre avanti!!!