Questa non è la storia di un Pacer di maratone, ma nemmeno di mezze.

Questo è il semplice racconto di un amatore qualsiasi che è stato Pacer dei 6 min/km ad un allenamento collettivo qualsiasi e di maratone non ha ne corsa nessuna.

Un giovedì sera, allenamento collettivo come di consueto. I Pacer dei 6 mancano, mi candido. Mi dicono «ok». Manca la casacca gialla a conferma dell’investitura, ma non importa. Sorrido ancora prima di partire.

Il percorso è semplice, il passo anche.

Adesso il passo è semplice, un paio di anni fa per me non lo era.
«Andare a 6 min/km è la velocità del runner amatore», mi dicevano all’inizio. Ma all’epoca non ci arrivavo, forse in discesa.

Pesante, enorme, pieno di catrame nei polmoni, niente muscolo, niente attività fisica alle spalle, sudavo e bestemmiavo per fare poche centinaia di metri. Ed ero solo.

Tanti incoraggiamenti da casa, persone che mi incitavano, che mi supportavano, che ringrazio ancor oggi, ma durante la corsa ero solo. Nessuno davanti da seguire e stramaledire. Eppure i metri ed i chilometri sono riuscito a portarmeli a casa. Tanta soddisfazione.

Adesso andare a 6 min/km per una decina di chilometri è semplice, mi sento pronto per portar con me il gruppetto di runner dell’allenamento collettivo.

«Attenti al gradino», dico, «Restiamo sul lato della strada», «Attenzione alla macchina» e verso la fine «Dai ultimi due chilometri»… Non preoccupatevi, pensate solo a correre ed a portarvi a casa anche questo allenamento.

Ci si scambia qualche parola, tanto per distrarre.

Ed intanto l’allenamento finisce con il ristoro ad aspettarci, tutti contenti. Io più di tutti.

Aver avuto la fiducia degli organizzatori nel confermarmi come Pacer, aver visto le persone contente di aver portato a casa anche questo allenamento, esser stato la persona da stramaledire durante la corsa, mi fa sentire orgoglioso ed onorato.

Il giorno dopo penso di averlo raccontato a tutti.

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