La 100 km del Passatore, da Firenze a Faenza attraversando l’Appennino tosco-emiliano.
Un sogno diventato realtà.
Quando mi sono iscritta a questa ultramaratona non avevo ben chiaro a cosa andavo
incontro e testarda come sono mi son detta “massi, mi preparerò a dovere e farò anche
questa!”, determinata più che mai a raggiungere questo obiettivo dei 100 km (anzi 102 per
essere esatti!!), arrivare al traguardo non importa in quanto tempo, ma arrivarci.
Nonostante un infortunio, da marzo ho iniziato con gli allenamenti mirati per il Passatore,
qualche gara qua e là, i tanto odiati lunghissimi, in solitaria o in compagnia di quel
sant’uomo di mio padre in bici. Il fisico ha sempre reagito bene e altrettanto la testa. I
momenti di sconforto non sono mancati, ma non mi sono mai arresa, facendo molti
sacrifici. Organizzare le giornate tra lavoro, figli, casa, impegni vari, allenamenti di corsa e
nuoto è sempre una gran fatica, ma nonostante tutto, la mia famiglia ormai rassegnata, mi
ha sempre supportata e sopportata e vi ringrazio per questo.
Premesso questo, veniamo al mio Passatore.
Firenze, sabato 24 maggio 2025, il gran giorno è arrivato. A differenza di altre gare, non
ero agitata o pensierosa, anzi tranquillissima. Non pensavo a nulla, non avevo in testa
schemi da seguire, passi da rispettare, ma solamente arrivare al traguardo con le mie
gambe e godermela dall’inizio alla fine.
Ore 15.00, si parte. Diamo il via questo lungo viaggio. Tutto procede per il meglio.
Tantissima gente, atleti e pubblico straordinario che ci carica tantissimo, sole e caldo.
Lasciato il centro storico ci allontaniamo verso le colline immersi nella natura, l’aria si fa
più pungente. Continuo con un passo tranquillo e deciso, passando per Fiesole e salendo
fino Vetta le Croci. Al 25° km inizio ad accusare dolori atroci alla pancia, il peggio che
poteva capitarmi, problemi d’intestino che mi hanno costretta a rallentare e fermarmi
svariate volte. La mia testa è andata in palla e ho perso la concentrazione, siamo solo
all’inizio e sto così male. Insomma, il tutto è durato per quasi un’ora. Avevo paura che la
situazione peggiorasse e a quel punto avrei dovuto per forza ritirarmi, mi mancavano le
forze. Poi pian piano mi sono ripresa, non so quanti limoni e pane ho mangiato. Mi hanno
salvato la vita e ho continuato con la mia gara. Passiamo per Borgo San Lorenzo e poi
Ronta fino ad arrivare alla tanto temuta salita che porta al Passo della Colla. Ho
camminato per oltre 8 km, non sono portata né allenata per correre in salita valutando
anche che dalla Colla mancavano altri 50 km per arrivare al traguardo e così facendo ho
gestito bene il tutto. Dal 50° al 70° km giù in discesa correndo, ma con cautela e
soprattutto nel buio della notte, circondata dal silenzio, ascoltando solo il mio respiro e i
suoni della natura. Arrivo al 75° km, altro imprevisto: crampo al polpaccio sinistro, che,
ahimè, nonostante le varie soste per allungare i muscoli, mi son portata fino al termine
della gara. Ho iniziato ad alternare corsa e camminata veloce per trovare un po' di sollievo
e non peggiorare la situazione.
Lungo il percorso abbiamo attraversato vari paesini tutti in festa per il nostro passaggio,
gente disponibile e amorevole, li a fare il tifo per noi ed offrirci da mangiare bere e
assistenza, musica e tanta allegria.
Procedo dritta verso la meta e finalmente il cartello stradale “FAENZA”. Solo in questo
momento ho realizzato che ormai c’ero, gli ultimi sforzi e sarei arrivata dopo oltre 12 ore.
Qui la concentrazione è andata perdendosi, lasciando il posto a gioia, stanchezza, paura,
leggerezza, commozione, qualsiasi cosa.
500 metri dal traguardo, vedo in fondo alla strada Piazza del Popolo tutta illuminata pronta
ad accogliermi. Una ragazza mi batte il cinque e urla “Bravissima, dai che ci sei, vola e
conquista il Passatore!”, mi è salita una carica che stanchezza e dolori son spariti, non ho
più capito nulla. Occhi gonfi di lacrime, respiro affannoso, il cuore che batte all’impazzata e
mi scoppia dentro il petto, allungo il passo e finalmente passo sotto l’arco d’arrivo e li c’è la
mia famiglia ad aspettarmi, a gioire e piangere con me. Emozioni indescrivibili, bisogna
solo viverle.
Le lacrime mi scendono sul viso. Con la medaglia al collo, vado subito incontro ai miei e
mi butto su di loro in un caloroso abbraccio. Tutto ciò di cui avevo bisogno in quel
momento.
La fatica, la stanchezza, il sonno, il mal di pancia, i crampi, tutto è sparito. Solo tanta gioia
e un’immensa gratitudine per avercela fatta, anche questa volta, nonostante le difficoltà
riscontrate. Contenta di aver tenuto la mente lucida, massima concentrazione e
determinata a raggiungere l’obiettivo senza mai mollare.
Un viaggio che ha lasciato il segno e rimarrà sempre impresso nel cuore e nella testa.
Voglio ringraziare la mia famiglia che, anche se brontolona, mi asseconda, sopporta e
supporta sempre e comunque.
Grazie alla mia squadra ASD Marathon Cavalli Marini che dispensa sempre preziosi
consigli ed ognuno a modo suo mi è stato vicino durante tutta la preparazione, ma
soprattutto di gran supporto morale, tra una telefonata e l’altra, qualche messaggio
d’incoraggiamento, i miei compagni mi hanno dato la forza di continuare.
Dietro ogni passo, sacrifici, momenti di crisi e debolezza, c’è sempre tanta
determinazione, resistenza, voglia di rialzarsi dopo ogni caduta.
Grazie Passatore per questa meravigliosa avventura!