Il Racconto di Giovanni 56 sulla

Caminà per Ciosa e Marina dell’anno scorso

Raìxe (Radici)

Pubblicato da giovanni56 a 1.5.09


Scusatemi ed abbiate pazienza, sedevi comodi e ritagliatevi 5 minutini, oggi non riesco ad essere sintetico, ne è uscito un racconto.

Per i non veneti la parola “raìxe”(radici)è impronunciabile. Quella x non riesce a trascrivere quel misto di s e z che solo noi sappiamo emettere.
Ai più anziani di voi ricorderà la saga televisiva generata dal libro di Alex Haley, quella di Kunta Kinte, ma non temete, questo post si ferma prima.

Quando mi presento e dico: “Boscolo” spesso mi arriva la domanda: “Boscolo? Da Chioggia?” e la mia risposta implacabile è: “No, da Marina”, che poi sarebbe Sottomarina.
Il cognome Boscolo riempie 6 pagine dell’elenco telefonico, numericamente è il secondo della provincia di Venezia, ma la particolarità sta che a Sottomarina lo porta circa 10.000 abitanti, per cui è diventato indispensabile ufficializzare l’uso dei “detti” (soprannomi) con il loro inserimento nelle carte d’identità.

Un ponte unisce Chioggia a Sottomarina, un ponte che però divide due mondi diversi, anche se globalizzazione ed industrializzazione hanno colpito tutte le tradizioni, e di questi tempi diversità e rivalità si sono affievolite.
Chioggia era una città di pescatori, Sottomarina di ortolani, genti con mentalità e fisicità completamente diverse, unite da un tipico particolare intercalare dialettale, anche se qualche differenza fra i due idiomi esiste.

La Caminà per Ciosa e Marina (camminata per Chioggia e Sottomarina) a cui ho partecipato oggi unisce ancora di più queste due realtà, e per me è stato come un ritorno alle mie radici. Qua sono nate le famiglie dei miei genitori, qua ho quasi tutti i parenti presso i quali ho trascorso molte vacanze della mia giovinezza.
Ho corso su strade ed amenità straconosciute.

E’ una manifestazione FIASP, parte da un’Arena all’aperto indirizzata a manifestazioni musicali, che però ben si adegua ai bisogni dei podisti che dopo essersi sfogati sui percorsi di 8, 12 ed i 18 km (che ho scelto io) possono accedere ai suoi servizi e riposarsi pasteggiando sugli alti gradoni.

Tracciato fra i più vari che ho praticato.
Primi chilometri lungo la pista ciclabile e pedonale che forma l’itinerario naturalistico Laguna del Lusenzo, da qua si entra nel centro cittadino Chioggia, dove ho fatto una prima divagazione.
Ho abbandonato il percorso tracciato che visitava il centro storico e da solo mi sono inoltrato nelle calli vuote e silenti. Chioggia viene chiamata “la piccola Venezia” perché è costruita su isole, unite da ponti (foto 2) e calli, con unica differenza che qua è consentito l’accesso alle auto (dove riescono a passare).
Dopo circa 1km corso in assoluta solitudine sono rientrato nel percorso ufficiale, che a quel punto passava proprio a fianco della Capitaneria di Porto dove ho trascorso una buona parte del mio servizio militare, per poi virare verso la lunga riva di attracco dei maestosi pescherecci d’alto mare.
Poi il ritorno a Sottomarina lungo il ponte che le unisce, di cui parlavo prima.

Un altro lungo molo strapieno di pescherecci, questa volta più piccolini, ci ha portato in zona diga (foto 3).
La diga fa da imbocco al porto, ed in questa assolata giornata di maggio era piena di pescatori con le loro canne, ma da qua siamo subito discesi a percorrere la lunghissima spiaggia.
5km di sabbia, quest’anno violentata da mareggiate che la hanno molto erosa ed hanno depositato una quantità enorme di sporcizia, in piena fase di ripulitura con trattori e camion vista la prossimità della stagione balneare. Alcuni tratti erano strapieni di conchiglie morte, e ci ha accompagnati la colonna sonora creata dal tipico rumore dei piedi che le schiacciano.
Sabbia tagliagambe fino al respiro di sollievo che mi ha colto con il passaggio sul molo alla foce del fiume Brenta.
Da qua iniziava una lunga strada sterrata, in mezzo alle “terre” (gli orti, foto 4) dove è nata la leggenda del radicchio Chioggiotto (che Chioggiotto non è ma MARINANTE).
E qua ho fatto la seconda variazione.
Chissà perché mi è venuto in mente che quelle stradine sono state percorse prima da mio nonno scarriolante, poi da mio padre con la sua bicicletta stracarica di ortaggi che portava giornalmente a mercati e a case private distanti anche una cinquantina di chilometri, e che da quelle parti era stata

eretta una piccola cappella votiva dedicata alla “Madonna dei Monti” (i monti in riva al mare? Si, venivano chiamati “monti” le alte dune sabbiose formate dal vento di mare).
Non ricordavo il posto esatto di quella costruzione, e chiedendo a gente del posto sono riuscito a rintracciarla. Questa divagazione mi ha portato a stravolgere il percorso, che per me solo è così diventato di 21,6km, alla fine corsi alla media di 5’18.
All’arrivo una fiumana di gente. Ristoro finale superabbondante (lungo il percorso ce n’erano altri 4) con cibarie e bevande di tutti i tipi.
Chicca finale … con i 3 euro dell’iscrizione (a differenza dell’esosità di certi costi d’iscrizione continuo a chiedermi come fanno questi piccoli organizzatori a coprire tutte le spese) davano una vaschetta di ottimo pesce fritto misto appena cotto sul posto.
Lo so che non sarebbe proprio “la dieta” del podista, ma come si fa a dire di no?

Oggi è il nostro anniversario di matrimonio e con Donatella e Belle, che oggi si sono camminate la 8km ed anche per loro la fame era tanta, vista la zona, pranzo di pesce, ed al pomeriggio camminata digerente e defaticante ancora sulla spiaggia.

Ringrazio il sito di Giovanni 56 per il suo post che ho pubblicato .

Il Presidente del’ASD Marathon Cavalli Marini

Freguja Daniele

Sito Giovanni 56:

http://giovanni56.blogspot.com/